BADOLATO ONDE ROCK ULTIMO ATTO

A BURIED EXISTENCEMeno male che il nome scelto per la manifestazione che ha visto sul palco una serie di band rock calabresi, con eccezione degli  PSYCHO FAMILY GANG di Los Angeles, non è stato Badolato Hell (Hell=inferno), altrimenti c’era il rischio che si sarebbe ripetuta la levata di scudi che ha visto il vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, scagliarsi contro il festival di musica metal Sikelian Hell (Inferno Siculo), sino a parlare di  «messaggi negativi, di violenza sfrenata e disinibita» (LA REPUBBLICA, 15/07/2010).

E se mandassimo al vescovo il testo del brano dei A BURIED EXISTENCE  in cui si denunciano i preti pedofili,  così da poter beneficiare degli strascichi della disputa per la prossima edizione di uno dei pochi festival in cui si può ascoltare rock non consono alle orecchie dei benpensanti?

Cristian Urzino dei RUSHDOWNSì, perché ad Onde Rock è questa la musica che si è ascoltata, a partire dagli acerbi  THE OUTSIDERS  per finire ai MEAT FOR DOGS, “anziani” del punk calabrese, passando dai decisamente sopra la media A BURIED EXISTENCE  e dagli ironici RUSHDOWN, che facendo il verso ai gruppi folk-melodici hanno proposto “U’ jumbuseddu”, uno dei jingle preferiti dal “popolo della tarantella”, in una fantastica versione metal, facendo rizzare le orecchie a coloro che erano approdati  a Badolato sperando di sentire per l’ennesima volta tamburelli ed organetti, sempre più privi tuttavia di quelle “iterazioni microvariate” che è possibile ascoltare nelle piazze e nelle feste dove la  “tarantella”, o meglio “u sonu” (Ettore Castagna, U Sonu. La danza nella Calabria greca, Squilibri, 2006) ha ancora un senso.

Senso ben diverso da quello che, invece, i politici calabresi, ai quali necessita la creazione di una identità regionale esigenza simile a quella che hanno avuto gli stati europei sul finire del 1800 (Hobsbawm-Ranger, L’invenzione della tradizione, Einaudi, 1987), chiedono al folk revival.

E quindi non c’è altro da fare se non sperare che per il prossimo anno questi “arditi della chitarra elettrica” non demordano e ci regalino altre serate simili, sempre che qualcuno come il parroco di Alcamo, dove avrebbe dovuto svolgersi il Sikelian Hell, non presenti le proprie istanze al sindaco di Badolato,  preoccupato perché «ognuno può scegliere di ascoltare la musica che preferisce, mi chiedo solo perché seguire dei principi che esaltano la negatività e inneggiano al dolore e alla morte, senza lasciare speranza per il futuro» (LA REPUBBLICA, 15/07/2010).

Ieri ho visto negli occhi di quei ragazzi non l’ipocrisia ed il servilismo, ma la speranza, una speranza accompagnata dalla rabbia e dalla voglia di cambiare.

Angelo Maggio

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ONDE ROCK. CAPITOLO 2

La stasi è solo apparente. Mentre il feticcio mondo del jazz mantiene un incoerente legame con un pubblico elegante e la Calabria sente ancora forte il suo legame con il potere della tarantella, nel sottosuolo si muove il nuovo. “Onde Rock”: wave ancora telluriche. Rock inteso come contenitore onnivoro in cui confluiscono punk, metal, rap, hardcore e nuovi ritmi. Nomi non altisonanti, audacia, chitarre, tastiere, dissenso, vocazione internazionale, contemporaneità e necessità viscerale di esprimersi in altri canoni che diventano palco e festival. Questo è il loro tempo. Latitudine e longitudine del do it yourself. Coordinate di ciò che brucia sotto un apparente strato di cenere. Una regione che ha tanto da dire e che sa esattamente dove si trova: in un’Europa unita all’Italia non solo per le solite norme disattese, ma anche per questioni sociali e per trascorsi culturali che hanno educato e stimolato le nuove generazioni. Ma forse è solo rock, musica per ragazzetti che diventando grandi indosseranno i panni dei loro padri e le deficienze a cui siamo ormai abitati. C’è chi non la pensa così e amplifica le voci fuori dal coro. Spinotti inseriti e impianti accesi allora. Questo è il vero Mediterraneo  da scoprire e, soprattutto da ascoltare.

Stefano Cuzzocrea

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ONDE ROCK 2010. CAPITOLO 1

La piazza di Badolato continua ad offrire spettacolo questa volta con gruppi rock, metal, punk, blues, hip-hop ed hardcore.

Dopo gli organetti ed i tamburelli di Tarantella Power  saranno le chitarre elettriche e le batterie a risuonare nell’antico borgo grazie alla testardaggine del  badolatese  Mimmo Audino (già presente in Tarantella Power) e di Cristian Urzino, voce e chitarra dei Rush Down, gruppo hard core di Davoli, che nutrono grosse aspettative sull’evento.

<Suonare metal in Calabria è dura, speriamo che il festival riesca a collegare le diverse realtà calabresi, che riscuota successo in tutta Italia, divenendo una importante vetrina del rock calabrese>  dice Cristian, che si preoccupa inoltre di sfatare tutti i pregiudizi legati a questo tipo di musica, <la nostra musica è dura, i testi forti ma parliamo di una realtà calabrese difficile, parliamo di ‘ndrangheta e di disagio sociale>.

A Badolato si esibiranno gruppi “storici” del punk calabrese come i Meat for Dogs di Catanzaro o  Buried Existence, che vede tra i componenti musicisti che hanno suonato con i Galacial Fear, gli Zora ed i Land of Hate.  Ascolteremo  i noti Captain Quentin ma anche gruppi meno conosciuti -ma non per questo meno validi- come gli Outsiders di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, i Maieutica e gli Ethilic Butterfly (alternative), i Daily Grind, i Rushdown (hardcore), gli Emily Witch (grunge).  Due le voci fuori dal coro,  gli Psyco Family, gruppo hip-hop che arriva dagli U.S.A.   ed i Lamberry Blues (lamberri=lumaca in badolatese), gruppo blues di Davoli.

Tutti a Badolato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Onde Rock a Badolato. Premessa.

Nel fantastico romanzo di fantascienza dal titolo TRANSMANIACON (Urania 1979) di John Shirley, il cui titolo è tratto dal brano omonimo dei Blue Oyster Cult, il protagonista (un agitatore di folle) ascolta musica metal quando si reca ad una festa dove il padrone di casa, al fine di evitare contrasti tra gli eccentrici invitati, asperge nell’aria un gas soporifero così da renderli mansueti come pecorelle. Ascoltare musica metal lo protegge dagli effetti tranquillizzanti del gas e gli consente di portare avanti la sua missione creando contrasti tra i tranquilli invitati e mandando all’aria i piani del padrone di casa. Che sia il rock un possibile antidoto al torpore che impregna i calabresi che vedono le piazze dei loro comuni piene di tarantelle e jazz? Loro ci provano. Loro sono le band calabresi che suonano rock e oramai non hanno più spazio nelle piazze dei loro comuni. Se invece delle chitarre elettriche suonassero delle chitarre battenti e se invece della batteria percuotessero tamburelli tutto sarebbe più facile. La Calabria è oramai piena di “paesi che ballano” che hanno bisogno di gruppi musicali che parlano di amore, di paesi abbandonanti, di …..etc etc etc, gruppi fotocopia che eseguono quasi sempre brani che hanno imparato ascoltando cd di altri gruppi che hanno imparato ascoltando cd di altri gruppi che hanno imparato ascoltando cd di altri gruppi che hanno imparato ascoltando cd di altri gruppi …. E così via. Suonano rock ma quello duro, quello che fa storcere il muso ai benpensanti e parlano di disagio, di ‘ndrangheta, di tutte quelle cose di cui, chi vorrebbe spargere nell’aria calabrese gas soporifero, non vuole sentir parlare, e per suonare vanno in giro per l’Italia e per l’Europa (qualcuno anche negli U.S.A.) e riscuotono successo. E quindi forza ONDE ROCK!

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10 – 11 settembre 2010 Badolato

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